TARI ERRATA: UN PASTICCIO ALL'ITALIANA

La tassa sui rifiuti, oggi nota come TARI, è entrata in vigore nel 2014 prendendo il posto della TARES e della TIA.

La TARI è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani.

Sono escluse le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non operative, e le aree comuni condominiali che non sono detenute o occupate in via esclusiva.

 

L'ERRATA APPLICAZIONE DELLA TARI

La TARI composta da una quota fissa correlata alla superficie e al numero dei componenti del nucleo familiare, e da una quota variabile collegata solo al numero degli occupanti. La parte fissa dipende da quanto è grande la casa (in proporzione ai metri quadrati); la parte variabile, cresce secondo il numero dei membri della famiglia.

Su quest'ultimo aspetto si è verificata l'errata applicazione: l'esistenza di svariate pertinenze non accresce la quantità d'immondizia prodotta dal nucleo familiare.

Difatti alcuni Comuni hanno maggiorato l'importo della TARI dovuto dal contribuente applicando la parte variabile tante volte quante sono le pertinenze dell'abitazione, come se l'immondizia prodotta da una famiglia si "moltiplicasse" in base al numero di pertinenze

La variazione può anche essere consistente, come dimostra l'esempio in figura, tratto da il Sole 24 Ore del 28 Ottobre 2017.

 

 

 

 

 

un approfondimento: istruzioni per l'usO

Per un approfondimento rimandiamo a un dettagliato articolo sul sito condominioweb  dell'Avv.Maurizio Tarantino. Potrete trovare un excursus della vicenda parlamentare e le prime indicazioni per ottenere il giusto risarcimento da parte degli Enti che hanno erroneamente applicato la tassa.

Invece, vogliamo qui di seguito esporre brevemente alcune considerazioni a titolo personale, senza presunzione di possedere la saggezza di Salomone

 

ALCUNE CONSIDERAZIONI "MALFIDATE"

  1. Non tutti i Comuni hanno applicato erroneamente i criteri per il calcolo della TARI; ad esempio, l'errore interessa i cittadini di Ancona, mentre a Osimo, Loreto e Falconara M.mma la TARI è stata applicata correttamente.
  2. Siamo sicuri che si tratti di un "errore" nell'applicazione del Decreto Legge, e non piuttosto di una maglia interpretativa allargata volutamente dal legislatore, affinché gli enti locali, depauperati negli anni delle risorse provenienti dal governo centrale, potessero rivalersi sul cittadino? Sarebbe lo stesso meccanismo che già avevamo messo in luce in un precedente blog a proposito del passo carrabile
  3. Poiché i Comuni, di fatto, hanno già "usato" i soldi che dovrebbero restituire, per rientrare nei conti sarà inevitabile un rincaro delle aliquote...per la serie, cornuti e mazziati!
  4. Non dovrebbe essere il cittadino a richiedere il rimborso, ma la restituzione della somma indebitamente percepita dovrebbe essere automatica. E' un fatto scontato che non tutti gli aventi diritto (specie gli anziani e i soggetti "deboli") chiederanno il rimborso. Altrimenti, si "legalizza" un comportamento vessatorio della Pubblica Amministrazione, alimentando la disaffezione  verso le Istituzioni.

La soluzione del problema va invece trovata a monte: i costi della gestione dei rifiuti in Italia sono tra i più alti d'Europa (con molteplici interessi di gruppi mafiosi e non).

E' necessario mettere mano al ciclo di gestione e ridurne i costi; la preoccupazione dello Stato, al contrario, sembra essere esclusivamente di trovare nuovi espedienti (ossia tasse) per coprire i costi sempre crescenti.

In questo modo, però, il rischio è disgregare il tessuto sociale, creando improduttive contrapposizioni Cittadino-Pubblica Amministrazione, Ricchi-Poveri, Attivisti-Lamentosi.

E' invece necessario che ciascuno di noi, pur nella consapevolezza dei propri limiti davanti alla mastodontica macchina burocratica, acquisisca consapevolezza che dai propri comportamenti dipende il bene della collettività (e non mi riferisco solo alle scelte elettorali, ma anche alle abitudini nel corretto smaltimento dei rifiuti e nella sensibilità ambientale).

Occorre acquisire un senso del bene comune che modifichi i comportamenti individuali, ciascuno nel proprio; nella famiglia, nel lavoro, nel condominio, negli ambienti in cui realmente viviamo. Lamentarsi esclusivamente del comportamento altrui o non vedere oltre il proprio particulare, a parere di chi scrive, porta inevitabilmente in un vicolo cieco.


ALTRI ARTICOLI CHE TI POTREBBERO INTERESSARE