PERCHE' IN ITALIA IL CONDOMINIO NON FUNZIONA

Spesso a ciascuno di noi al solo sentire pronunciare la parola "Condominio" scorrono dei brividi lungo la schiena, ed è facile che la mente associ ricordi di conflitti personali, balzelli e riunioni abbandonate alla mercé di pochi volenterosi.

E' paradossale, in questo senso, che il legislatore dipinga, con pennellate fatte da riforme confuse e sentenze contradditorie, un quadro di un Condominio Italiano in cui è evidente l'assenza della valenza "sociale" del condominio stesso. Spesso si parla di "decoro architettonico", di "uso del bene comune", di "maggioranze semplici", dimenticando che il condominio è anche un luogo in cui condividiamo con altre persone momenti preziosi della nostra vita.

Il condominio è innanzitutto un luogo di relazioni, in cui la qualità dei rapporti che siamo capaci di instaurare si riflette sulla sfera privata.

Dimenticarlo, è come riferirsi a un "uomo" come a un semplice mucchio di carne e di ossa, non come a una persona, capace, attraverso le  relazioni con gli altri, di farsi portatore di valori più alti.

Sotto questo aspetto, è importante il ruolo dell'Amministratore come gestore dei conflitti, e sarebbe auspicabile una maggiore formazione in tal senso. Spesso l'Amministratore si comporta come quel "politico del compromesso" preoccupato più di non perdere il consenso (e la maggioranza che lo sostiene) piuttosto che risolvere i problemi, per quanto attinenti alle sue competenze. Renitente a  richiamare i condomini, spesso incapace di trovare la modalità giusta per affrontare ciascun condominio col "linguaggio piu' adatto", indaffarato in "altre questioni più importanti"...

Vogliamo sottolineare brevemente un paio aspetti a tal proposito.

Spesso si sceglie l'Amministratore in base al principio del "quello che costa meno", dimenticando che la formazione, la professionalità, la voglia di mettersi in gioco, di stabilire empatie, e soprattutto di essere sempre a disposizione dei condomini e "sentirsi uno di loro" costa tempo ed energie.

Un Amministratore non può singolarmente gestire più di 20-30 condomini: i grandi numeri non si addicono alla necessità di prestare la giusta attenzione alle dinamiche di ciascun condominio.

Nella scelta dell'Amministratore, oltre al "sentito dire", è molto importante il "contatto a pelle". Ad esempio, un amministratore, consigliato in buona fede da un conoscente, può essere bravo perché ha fatto spendere poco (magari prestando il minimo di servizi) e in certe situazioni spinose ha anche chiuso un occhio, ma non è detto che questo sia un "valore" altrettanto importante per un altro condominio.

Insomma, non basatevi solo su un preventivo o su un'opinione altrui, ma date valore anche a una stretta di mano e a uno scambio di sguardi...si può capire tanto sulla serietà di una persona a cui stiamo affidando le dinamiche relazionali, e non solo il bilancio economico, del luogo in cui viviamo!